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      Difficilmente vi si approda, e soltanto sovra piccoli battelli, perché intorno è irta di scogli, e lo stretto mare che la divide da Ventotene è sempre agitato e rumoroso. Tutti i venti la battono, e vi portano in uno stesso giorno il rigore il tepore il calore di tutte le stagioni. È fama che queste due isolette di Santo Stefano e di Ventotene un tempo fossero state unite e poi divise per terremoto; e che l'una e l'altra eran chiamate con nome comune: Pandataria. Io credo che se questa separazione fu vera avvenne in tempi remotissimi; che il nome di Pandataria o Pandateria, guastandosi in Vandateria siasi cangiato nel presente Vendetene o Ventotene, e solamente a quest'isola fu dato; e che Santo Stefano ebbe altro nome particolare, il quale pel tempo e per la piccolezza dell'isola andò obbliato e perduto. Nondimeno le tradizioni storiche di Ventotene appartengono ancora a Santo Stefano; dappoiché coloro che abitarono quell'isola vennero ancora in questa vicina.
      Queste due isole rendute celebri per le sventure di antiche donne illustri, furono sempre albergo di pene e di dolori, in Pandataria fu rilegata Giulia, figliuola di Ottaviano, celebre per bellezza e lascivia, la quale qui pianse per la vendetta di Livia e la fredda ferocia di colui che uccise la patria e la figliuola, di quel furbo fortunato che dagli adulatori fu detto Augusto. Qui stette la sventurata donna sette anni, privata di ogni cosa, consolata sol dalla madre Scribonia, che volontaria l'accompagnò nell'esilio; e dipoi fu mandata in Reggio Calabria, dove morì di miserie e di stenti.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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