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      Tanta miseria è in quell'isola, che di là si viene a spendere nelle taverne dell'ergastolo. Sebbene il continente sia poco lontano, pure raramente vengono barche, e se vengono ed approdano a Ventotene, non sempre si può traversare il canale su i battelli e venire a Santo Stefano, dove spesso si manca anche del necessario alla vita. Anche più raramente hai lettera o novella della tua famiglia. Ogni lettera che ricevi o mandi deve essere letta, ogni oggetto rivolto e ricercato per ogni parte. La prima lettera che io ebbi, e che io tanto avevo aspettata, mi strappò molte lagrime, e mi rendette convulso per più giorni. Io serbo ancora quella prima lettera, unita ad un'altra della mia figliuola Giulietta, che mi fu conceduto di tener caramente stretta in mano durante quei due giorni che io stetti condannato a morte in cappella; perché mi pareva che tenendola in mano io sarei morto abbracciando e benedicendo i miei figlioli. Qui si vive a discrezione de' venti e del mare, divisi dall'universo, e soffrendo tutti i dolori che l'universo racchiude.
      Gli ergastolaniLe nostre leggi a pochi delitti danno pena dell'ergastolo: non di meno sono più di settecento ergastolani, ed in vent'anni ne sono morti mille e duecento, de' quali più di mille uccisi. Rari sono i condannati a questa pena nel primo ed unico loro giudizio: il maggior numero è di condannati a morte che per grazia scendono a questa pena; vi ha di molti che salendo di misfatto in misfatto e di pena in pena giunsero sino all'ergastolo.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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