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      La natura stessa lor consiglia e comanda il lavoro: onde alcuni quantunque senza istrumenti d'arte, con qualche ferruzzo fanno di bellissimi lavori in legno, in osso, in carta; altri imparano leggere, scrivere, sonar qualche strumento; la più parte filano canape: ma la fatica è lunga e dura, il guadagno è poco; onde molti se ne svogliano, ed aman meglio di prestare ad usura, di giocare, di ubbriacarsi per dimenticare i dolori che soffrono. Si sentono lacerati dai rimorsi, avviliti dalla miseria, abborriti dagli uomini, oppressi da una pena cieca e senza speranza, certi che il pentimento non gioverebbe, che il tornar buoni non li tornerebbe felici, che gli sforzi per acquistare virtù non sarebbero creduti; onde abborriscono gli altri e se stessi, bramano la morte, la dànno o la ricevono per nulla. E chi li ha ridotti a questo stato? O Dio di misericordia non imputare a delitto a questi miseri le fiere parole con le quali bestemmiando ti domandano perché togliesti loro l'intelletto, perché non gl'illuminasti prima che commettessero il delitto! Deh, perdona alla loro ignoranza, e piuttosto riguarda a chi veramente tolse a questi sciagurati l'intelletto, a chi doveva istruirli e non volle istruirli, a chi dovrebbe correggerli, e vuole distruggerli, a chi dà la vita di pochi anni al corpo e la perdizione all'anima: riguarda nella tua giustizia a chi veramente ha condotti tanti miseri a questo stato.
      Spesso questa misera gente mi viene intorno, e mi dice: "Voi non avete delitto, e non sarete qui né sempre né lungamente.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Dio