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      Nella Sicilia, che non contiene due milioni di abitanti, sono altri quindici bagni, e numero poco minore di condannati: quindi la proporzione tra i delitti e la popolazione cresce in modo più spaventevole.
      Chi non sente pietà di tanti uomini cristiani i quali son caduti nella maggiore di tutte le sventure, che è il delitto? O questi calcoli non sono stati fatti, o se sono stati fatti chi conosce tanto male e non cerchi di porvi rimedio, anzi ne gode, è belva più feroce dei ferocissimi ergastolani, e meriterebbe esser separato da ogni umano consorzio.
     
      6a Categoria - Morti e malattie
     
      Il seguente specchietto abbraccia lo spazio di 6 anni e sei mesi, cioè dal 1° Gennaio 1846 sino al 30 Giugno 1852.
     
      1846
      Uccisi
      6
      Morti
      10
     
     
     
     
      1847
      Uccisi
      6
      Morti
      11
     
     
     
     
      1848
      Uccisi
      5
      Morti
      15
      Suicida
      2
      Sergente ucciso
      1
      1849
      Uccisi
      10
      Morti
      18
      Suicida
      1
      Custode ucciso
      1
      1850
      Uccisi
      7
      Morti
      14
     
     
     
     
      1851
      Uccisi
      7
      Morti
      14
     
     
     
     
      Giugno 1852
      Uccisi
      6
      Morti
      6
      Suicida
      1
     
     
     
      Uccisi
      45
      Morti
      88
      Suicidi
      4
      Custodi
      2
     
      Non si tiene conto delle ferite, che sono molte, varie pericolose, e per la bontà dell'aria e la dura tempera degli uomini risanano subito.
      Il numero degli ammalati non si può conoscere dai registri dell'Ospedale, perché spesso vanno all'Ospedale non per malattia ma per aver riposo di mediocre letto e di cibo. Onde non si può far proporzioni fra gli ammalati ed i sani. Nondimeno si può affermare che gli ammalati sono pochissimi.
      La malattia più frequente è la tisi, con la quale muoiono quasi due terzi degli ammalati.
      Circa la metà degli ergastolani hanno l'ernia, quantunque non facciano alcun moto e sforzo.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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