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      Vivere con uomini lordi di tutti i delitti, vivere sempre con essi, morire tra essi, aver sepoltura comune con essi. Ho veduto il cimitero. O mio Dio, o padre, o speranza mia, deh, non far che io muoia nell'ergastolo: che le mie ossa sieno mescolate con le ossa di chi uccise e rubò, di chi sparse sangue. O mio Dio, fa che gli occhi miei sieno chiusi dai miei figliuoli. Come l'anima mia può venirti innanzi, se partirassi da questo inferno di tutti i vizi e di tutti i dolori? Ne uscirò io vivo? e quando? Questo è pensiero che mi angoscia; ma un pensiero che mi angoscia di più è: ne uscirò io puro, come vi sono entrato? O uomini crudeli che tormentate il corpo e contaminate l'anima; perché attentate voi all'anima, che è fattura di Dio, che è spirito di Dio, che è parte di Dio?
      Io ho faticato tutta la vita, ho sostenuto tutte le privazioni per serbarmi l'anima pura, e voi volete contaminarmela? E sperate voi di contaminar l'anima mia? Eccovi il corpo, straziatelo, legatelo, percuotetelo, fatelo a brani, ma l'anima è mia, è dono di Dio e nessuno può staccarmela né voi avete potere su l'anima mia, anzi essa ha potere su di voi. O mio Dio, io qui ho bisogno del tuo aiuto: sovvieni alla tua creatura, non permettere che io contamini l'anima mia.
      Io ho letto molti libri di filosofi, ma nessuno mi ha pienamente contentato, nessuno ha potuto riempire quel vuoto che io sentiva in me. L'anima mia allora disse così: io penso, dunque v'è Dio, v'è una cagione del mio pensiero. O mente, o pensiero, o Dio, o cagione di quanto è, se l'anima mia ti ha così voluto e riconosciuto e sentito, tu l'abbandonerai? abbandonerai chi ti sente come sente che pensa?


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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