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      Il sole seguita ad illuminare quella collina, ma non vi trova pił la mia famigliuola, il mio cuore che lo salutava con tanto affetto, gli occhi miei che lo miravano con tanta gioia, l'anima mia che volando si riposava in lui, e poi saliva sino a Dio. Quella terra e quei campi sono ancora belli di erbe, di fiori; quell'aere ancora olezza; ma chi vi vide, come vi vedeva io, passeggiare ninfe e sirene e lievissimi spiriti? chi sente risonare in quell'aere una poetica melodia, un inno d'ineffabile dolcezza? chi va ad adorare la tomba di Virgilio, e sfogliando le rose e spargendovele sopra, vi ripete quei cari versi? Spargite humum foliis? chi vi aspetta zefiro che tornando da lontane contrade rabbellisce la terra di erbe, di fiori e di mille soavitą d'odori, e poi che l'ha abbigliata come giovane sposa la vezzeggia e la bacia con l'alito delle aurette e coi lievi sussurri, mentre gli uccelli venuti con lui da lontani lidi gli cantano con tante voci la canzone delle nozze? O uccelli che passate per questo spazio di cielo che ricopre l'ergastolo, e non vi curate de' dolori che qui sono, o fortunati uccelli, andate su quel colle, che non trovereste altrove pił bei verde, pił sereno aere, pił dolce riposo: lą fatevi il nido, ed allevate i figliuoli vostri, come io v'allevava i miei. O mesto usignuolo, va su la tomba del tuo poeta, dove č l'ombra di un alloro, appiccavi il nido, che lą nessuno aratore ti strapperą gl'implumi figliuoletti, e tu non piangerai, ma canterai d'amore, ed il tuo canto parrą forse a qualche anima il canto del poeta.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Dio Virgilio