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      Ora egli adoperava ogni arte per avere in mano una spiga rossa e dare un bacio a qualcuna; e la baciata, per non rimanere essa sola col bacio, cercava di trovare la spiga rossa e nascostamente la dava a lui, affinché ne baciasse un'altra; questa faceva lo stesso: tutte volevano che avesse egli la spiga in mano; e il baciatore era sempre egli. A questi racconti che ei mi fa con parole vive e palpitanti, con motti pittoreschi, con affetto crescente, con gesti animati agitando la mano mutilata che io sempre gli guardo, io mi sento rinfantocciare, mi pare che sono fuori l'ergastolo, e che con lui mi aggiro pei monti: mi tornano a mente i lieti giorni della mia fanciullezza, la casa mia, la famiglia mia: mi si ridestano tante memorie, tanti affetti.
      E tal'altra volta mentre la sera i compagni o passeggiano, o dormono, o ciarlano a caso, io mi distendo tacito sulle tavole del mio letto, ed egli compagnescamente viene a distendersi vicino a me, e per lunghissime ore mi parla della sua famiglia con affetto immenso che quasi mi sforza alle lagrime. "Mio nonno," egli dice, "era un prete albanese, ed io me lo ricordo vecchio vecchio, di novantasei anni, accanto al focolare con un bastoncello in mano, col quale tirava bastonate da orbo alla pignatta che bolliva al fuoco, o alla povera madre mia che cuciva vicino a lui, credendo che fosse il gatto o il cane che forse gli era passato fra le gambe. La mia famiglia era povera; ma mio padre attendendo ai lavori della campagna, e mio zio prete amministrando e regolando gli affari di casa, solamente con le fatiche e col giudizio, a poco a poco ci hanno acquistato una certa comodità.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356