Pagina (186/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io aspettava. Il ventotto giugno vedo una barca, la guardo col cannocchiale, vi scorgo a poppa una donna ritta in piedi: i forzati mi dicono di avere udita la voce dei marinai, che gridando annunziano venire la famiglia del signor Settembrini. Io vedo, io sento ad un palpito del cuore che quella ritta in piedi era la mia Giulietta. Accompagno la barca nel porto di Ventotene, aspetto più d'un'ora il battello, il quale finalmente esce dal porto. Io scendo, e mi trovo tra le braccia della mia diletta figliuola Giulietta, e poi della cara e sventurata compagna mia. Oh che momento fu quello! Quanta consolazione, e quanta amarezza! Prima delle due afflitte, erano venuti ordini al comandante la piazza di Ventotene, e al comandante l'ergastolo, "di vigilare la nominata Raffaela Settembrini che con la figlia Giulietta va a visitare il noto condannato di tal nome, e d'imporle di ritirarsi al più subito dopo di aver veduto il marito". Si voleva eseguire l'ordine a puntino: che mia moglie mi vedesse una sola volta, e partisse nello stesso giorno. Ma la bonarietà degli uomini, la mancanza di barche che partissero subito, le ragioni, le persuasioni ed un argomento che fece dare sepoltura a Giacomo Leopardi, fecero sì che mia moglie stette sei giorni, e partì il 4 luglio.
      Come volarono presto quei sei giorni, e che immenso desiderio m'hanno lasciato nell'anima! Io ho innanzi agli occhi quella povera afflitta, e sento ancora il suono della sua voce carissima. Non parlammo di altro che dei nostri figliuoli, del nostro Raffaele che ora è sulla flotta sarda in Crimea, e della nostra Giulia, già fatta donzella di sedici anni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Settembrini Giulietta Ventotene Giulietta Ventotene Raffaela Settembrini Giulietta Giacomo Leopardi Raffaele Crimea Giulia