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      Subito sbarcai ed accompagnata dal capitano a cui ero stata raccomandata dal conte Groppello ministro piemontese a Napoli, mi diedi a cercare dell'ospedale, che nessuno conosceva dove fosse, e dopo due ore di andare di qua e di là, finalmente ci fu indicato l'ospedale di marina. Il capitano mi lasciò alla porta: io lo ringraziai. Domandai del caro figlio ammalato; una monaca della carità suora Giuseppina mi disse che non poteva vederlo perché era ancora in pericolo di vita, e una commozione lo avrebbe fatto morire. "Oh cercate in qualche modo di disporlo. Io sono venuta a posta di Napoli per vedere mio figlio, ed aiutarlo. Oh fatemelo vedere!" La buona monaca si commosse, parlò a la superiora che venne da me, e mi disse di aspettare che andava a prepararlo. "Io verrò, starò dietro la porta mentre voi gli parlerete." "Sì," "no." Consentì: andai, mi messi ad aspettare. E la superiora si accostò a letto e gli disse; "Voi siete buono, e Iddio sta per darvi una grande consolazione." Udii la sua voce che rispose: "E che consolazione posso avere lontano dalla mia famiglia?" "Ma no, bisogna sperare, vostra madre verrà, ho inteso che verrà col prossimo vapore." "Oh suora, andate: non mi turbate, mia madre è in Napoli, e non può venire e mio padre è in prigione." E la monaca: "E se vi dicessi che vostra madre sta per venire sareste contento? se vi dicessi che è venuta?" "Ma lasciatemi: non m'inquietate." "Sperate in Dio: io vi dico che vostra madre è venuta. Se state tranquillo io la farò salire ve la farò vedere.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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