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      Si confuse l'uomo onesto e franco con l'arrabbiato e mordace. Onde il volgo, sempre bestiale e superlativo, lo credette un uomo pericoloso, un agitatore, un rivoluzionario. Tristi tempi in cui l'uomo onesto deve sforzarsi a dimostrare la sua onestà!
      La cagione di questa fama non giova indagarla, né i giudici devono cercarla. Ma per conoscere come essa è esagerata e falsa, per vedere quali erano le idee e i sentimenti del Settembrini, in tempi che egli non poteva nasconderli, si legga il suo Discorso su lo scopo civile della letteratura, l'Elogio del marchese Basilio Puoti, l'Elogio di Giuseppe Marcarelli: nei quali egli ha consigliato rispetto alle leggi, alla religione, al principe, ai magistrati, a tutti, non ha detto se non quello che è virtuoso e santo. Quegli scritti son suoi, da quelli giudicatelo. E giudicatelo ancora dalle sue azioni; le quali egli non ricorda perché sono pubbliche e note, sono azioni di un uomo onesto che non ha mai venduta la coscienza, che non ha mai preteso alcuna cosa, che ha sempre detto il vero dignitosamente. Ora il Settembrini, che fece quegli scritti, è accusato come autore di un proclama furioso e pieno di orrori: Settembrini che non ha fama di balordo, avrebbe confidato il suo segreto ad un malvagio ignorante. Settembrini che ha sempre predicato virtù ed è vissuto sempre onoratamente, avrebbe approvato un disegno di morte: Settembrini, che ha patito molte sventure, che neppur conosce i circoli e quelle adunanze segrete o pubbliche, lecite in quel tempo (come egli dimostrerà con la testimonianza stessa degli agenti del governo che intervenivano nei circoli), il Settembrini è accusato come settario, dipinto come un malvagio.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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