Pagina (213/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli è fieramente ed ingiustamente odiato: e chi l'odiava spingeva ad accusarlo un uomo, che egli proverà essere agente di polizia salariato, un uomo di quelli che per dieci carlini si prestano a tutte le voglie, sono testimoni in ogni processo, un uomo infame a cui un giudice non può nè deve aggiustar fede. E chi l'odiava vedendo che non poteva perderlo sicuramente, lo avvolgeva nel processo del 16 settembre.
      Questo processo tessuto con intrighi, vendette, suggestioni, illegalità, è falso come l'anima di Giuda, 1. perché fatto in una fortezza, luogo non dipendente dall'autorità civile; 2. perché fatto (e sarà provato) alla presenza del prefetto Peccheneda, autorità che la legge non riconosce nell'istruzione, e, nella causa, parte offesa; 3. perché fatto da più stolte e crudeli sevizie. Dappoiché si proverà che tra gl'imputati chi fu tenuto a pane ed acqua cinque giorni, e spaventato da verghe immollate per batterlo: chi ebbe le mani e i piedi legati per più giorni, slegata solo una mano quando doveva cibarsi; a chi fu mostrata una palla di cannone per legargliela al collo e gettarlo a mare; a chi furono fatti vedere i soldati schierati e pronti a fucilarlo; a chi strappata la barba a pelo a pelo tra ingiurie, schiaffi, sputi in faccia; a tutti rasa la barba ed i capelli; a chi arrestata la moglie e tenuta cinque giorni in segreta nella fortezza; a chi dopo vari tormenti dato a bere un grande bicchiere di vino prima dell'interrogatorio; a chi interrogato dal comandante fu obbligato rispondere in iscritto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Giuda Peccheneda