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      Io amo la libertā, la quale per me significa l'esercizio dei propri diritti senza offendere nessuno, significa giustizia severa, significa ordine, significa rispetto ed obbedienza alle leggi ed alle autoritā. Questa libertā io amo caldamente, questa č la libertā desiderata dagli uomini onesti: e se amarla č delitto, mi confesso reo, e ne accetto la pena. Per ottenere questa libertā io desidero un governo con leggi giuste, e rigorosamente osservate da tutti senza distinzione: a questo governo date il nome che volete, che poco m'importa; ma leggi e non arbitrio, leggi e non partiti. Negli anni passati non avevamo molte buone leggi, e le poche buone erano violate e calpestate dall'arbitrio; onde nascevano tanti mali, tanto scontento, tanti turbamenti politici: e si vedeva manifesto il bisogno della nazione che voleva buone leggi ed osservate. Vedendo questo bisogno il provvido principe ci diede una costituzione, la quale giunse desiderata e cara a tutti, se non a pochissimi che son nati come i serpi per strisciare ed avvelenare. Per opera di questi pochissimi quella costituzione ora č straziata e lacerata in tutti i suoi ottantanove articoli. Credete voi che questo strazio e questa lacerazione non produrrā altri mali? o che li potrete impedire come vi piace? Voglia Iddio che io sia falso profeta! Io voglio per poco parlare a voi che abborrite la costituzione, che congiurate per rovesciarla interamente: che ne vorreste cancellato anche il nome: Capite voi quello che dite e quello che fate?


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Iddio Capite