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      Il 12 dicembre fui condotto nelle buie e fetenti caverne della Vicaria, dove conobbi che i venuti dal castello eravam ventisette: e fummo tutti gettati in mezzo ad altri tormentati politici, ed in mezzo ai ladri, ai falsatori, agli omicidi. Io avrei voluto che i magistrati che ci debbono giudicare fossero stati presenti quando la prima volta c'incontrammo e ci guardammo tutti per questo buio: avrebber veduto che pochissimi si conoscevan tra loro, che io conosceva pochissimi, che non eran tra noi quelle relazioni che malignamente si credono e si affermano. O con che cuore io rividi ed abbracciai Carlo Poerio, uomo chiaro per fama paterna e propria, chiaro per isventure, per ingegno, per amabile facondia, già ministro e consigliere del re, poi due volte deputato, ora carcerato, ammalato, gettato a perir nella Vicaria: abbracciai Michele Pironti già valoroso avvocato in Salerno, poi deputato, e giudice criminale in Terra di Lavoro, e che io conobbi in casa del marchese Basilio Puoti: abbracciai Filippo Agresti, che io conobbi in Malta: con dolorosa maraviglia rividi ed abbracciai Michele Persico uomo placidissimo ed onesto, che io conobbi perché mi chiese leggere una mia scrittura stampata, che in luglio era andato in Francia per suoi negozi, n'era tornato in ottobre per essere gettato in carcere: rividi il cavalier Ferdinando Carafa de' duchi di Andria, che io conosceva perché venne in mia casa ad udire una prolusione alle mie lezioni di letteratura, che io lessi in marzo 1848, e col quale talvolta per istrada aveva scambiati saluti e cortesie d'uso.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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