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      Gli altri io non conosceva, io non sapeva che esistessero al mondo.
      E nelle prigioni della Vicaria io ho saputo cose maravigliosamente terribili, le quali io voglio dire affinché la storia le registri ed il mondo conosca il modo onde è stato compilato questo processo. Lorenzo Vellucci accusato di avere appiccato ad una cantonata un cartello rivoluzionario nella notte che precedette il 16 settembre, e Salvatore Faucitano accusato come autore della esplosione avvenuta innanzi la reggia, quando furono arrestati e legati, ebbero a soffrire strazi inauditi. Strascinati a spettacolo della plebaglia per le strade della città, furon battuti, feriti, sputati in faccia, insultati da pochissima canaglia che seguiva il notissimo tavernaro detto Monsù Arena, il quale entrò fin dentro al castello, ed al cospetto di onorati militari svelse i peli ad uno ad uno dalla faccia di quei disgraziati, e presosi una ciocca dei capelli rasi al Vellucci se ne andò con essa trionfante. Il Faucitano stanco e rifinito dai tormenti, atterrito dalle minacce di altre battiture e di morte, essendo innanzi all'inquisitore ed al prefetto, e chiedendo un bicchier d'acqua per ristorarsi, gli fu porto un gran bicchier di vino, e poi fu interrogato: come egli stesso dirà e proverà. Il prefetto di polizia che non doveva immischiarsi nella istruzione, e che in questa causa è parte offesa, assisteva agl'interragatorii, ed interrogava i detenuti Faucitano, Margherita, Carafa. Luciano Margherita arrestato in Siracusa e condotto legato ed a piedi in Messina, e di là in castel dell'Ovo, dove stette tre giorni digiuno, fu assalito con altre arti.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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