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      Dopo quest'atto d'accusa ne seguirono tre altri simili, l'uno contro quindici poveri contadini di Gragnano [7], il secondo contro dodici popolani del mercato [8], il terzo contro 57 persone imputate di aver fatto una dimostrazione il 29 gennaio 1849 per festeggiare l'anniversario della costituzione. Così in poco più di un mese il procurator generale Filippo Angelillo chiede umanissimamente la morte di cento sei uomini.
      Essendo ancor segreta l'accusa fummo chiamati a costituto innanzi la corte criminale. Allora quelli che avevano patito, parlato o scritto, narrarono i loro tormenti, dissero le suggestioni, le minaccie, le lusinghe avute, ritrattarono quello che avevan detto nella prima istruzione. Gl'imputati Poerio e Pironti dissero che tra le accuse v'era quella che i settari avevan fatto disegno di uccidere il signor presidente Navarra, giudice nella causa e commessario; onde rispettosamente e senza intenzione di offenderlo lo ricusavano. Questa ricusa fece sospendere i costituti: fu sottoscritta un'apposita dimanda da dodici di noi imputati, e dagli avvocati signori Giacomo Tofano e Gennaro de Filippo, e presentata alla corte per giudicarne. Per verità prima di questo il signor presidente si aveva fatto questo scrupolo, ma la corte glielo aveva levato, decidendo che il presidente poteva giudicarci: onde rigettò la nostra ricusa. Ne facemmo ricorso in suprema corte, e questa rigettò il nostro ricorso, e c'impose come presidente, giudice, e commessario della causa il Navarra, contro la cui vita, come dicevano alcuni imputati confessi, si macchinava, e congiurava dai settari.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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