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      Le decisioni della corte criminale e della suprema corte sono stampate, e si possono leggere da chi desiderasse sapere quali furono le ragioni e le considerazioni per le quali ostinatamente fu rigettata la nostra dimanda. Io non le ho mai capite, perché sono un uomo fatto alla grossa, con solamente un po' di senso comune in capo, ed il senso comune ora è cosa differente dalla legge, ed in certi tempi il senso comune e la legge son cose che si debbono mettere da banda. Ricominciamo i costituti: ultimo il Pironti lesse per tre ore una sua lunghissima memoria di descarico, e nello stesso giorno, che fu il 9 febbraio di quest'anno, la corte dopo di aver meditato con divina intelligenza le memorie presentate dal Poerio, dal Pironti, dal Nisco, da me, e tutti i discarichi di quarantadue imputati, dopo una discussione di mezz'ora conferma l'accusa, e passa serenamente a trattar la causa de' contadini di Gragnano. Così è pubblicato l'atto di accusa, che è un bel libro, stampato, con l'elenco de' documenti, e la decisione della corte criminale che lo conferma. Allora vidi tutta la tela variatissima del processo, conobbi di che io era accusato, quali eran le volute pruove contro di me, e scorsi l'opera della malizia, dell'odio segreto e represso che meditò contro me una terribile e infallibile vendetta.
      Parlerò del processo nel capitolo seguente: ma prima di finir questo, debbo dire due cose gravissime. La prima è che Giacomo Tofano e Gennaro de Filippo nostri avvocati, che con la parola e con gli scritti avevano coraggiosamente difese le nostre ragioni nel giudizio di ricusa, furono il Tofano imprigionato, il De Filippo costretto a fuggire dal regno.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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