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      E dopo il 16 settembre la polizia avendolo scoperto capo settario e capo di un comitato, non adopera quella sua profonda sagacia, decantata dal procurator generale nell'atto di accusa, non ne segue le tracce, non va fiutando per iscovarlo dal nascondiglio, anzi neppure lo cerca e gli dà tempo ed agio di uscire dal regno. O la polizia ha cangiato natura, o la cosa va ben altrimenti. Compagno ed amico del Giordano era Angelo Sessa, sotto direttore dello stabilimento dei matti a Pontirossi, il quale nel processo è qualificato col titolo di "uomo pieno d'impegni e di estesi rapporti." La polizia doveva sapere che costui era un cervello torbido, un uomo pericoloso, e nientemeno che capo di un circolo o comitato; perché Achille Vallo soldato congedato [11] nel suo interrogatorio del 28 settembre dice: che sei o sette mesi prima per mezzo del Margherita conobbe il Sessa, fu ascritto nel comitato di cui questi era presidente; che egli vi si ascrisse per consiglio di don Domenico Mercurio agente del governo, e che a costui poi diceva fedelmente e minutamente ogni cosa. Ed il Vallo chiamerà il Mercurio per provare i suoi detti. Doveva la polizia saperlo perché in casa Giordano trovò la nota di Sessa; perché quando fu chiamato Gaetano Errichiello disse che fra gli avventori e parlatori nel suo caffè andava il Sessa; perché è cosa nota che di poi si fece una perquisizione in casa del Sessa; il quale fu sempre cercato e non mai trovato. Doveva la polizia saperlo, perché il 7 settembre gli agenti segreti Natale Ardissone e Michele Andreozzi scrivevano al prefetto che Angelo Sessa, Giovanni Fiorentino e Luciano Margherita avevano giurato di ucciderlo con "pugnalarlo nell'ora della ritirata; che tengono delle riunioni settarie demagogiche ma sempre in diversi luoghi per non essere scoperti"; che Raffaele Ubaldini conosce tutto e può dirlo [12]. L'Ubaldini, altro agente di polizia, conferma ogni cosa, specialmente contro il noto demagogo don Angelo Sessa [13]. Si sa tutto dalla polizia, e non si cerca il Sessa, il quale non si può dire nascosto, perché aveva relazione con i suoi affiliati, perché mandava danari e panni al Margherita sul finire di agosto, perché era in casa Catalano la sera del 14 settembre, perché era conosciuto e seguitato dal Vallo.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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