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      Questa è la dichiarazione sottoscritta dopo le promesse d'impiego e di protezione, e comparisce spontanea; fu fatta nello stesso giorno 16 ottobre, perché il prefetto venne nel castello a 22 ore; questo è il capolavoro del processo perché è la sola che svela tutti i membri del gran consiglio, tutti i disegni della setta, tutte le cose che diconsi fatte, ferisce da mille parti, in mille modi, moltissime persone. Esaminiamola a parte a parte, e la vedremo vergognosamente cadere, perché il falso non può mai celarsi interamente, la verità non può essere mai interamente offuscata.
      1. Per darvi una pruova che per le mie critiche circostanze soltanto e non per avversione al governo io mi ascrissi fra coloro che cospiravano contro di esso, intendo rivelarvi molti altri fatti che sono a mia notizia, per potere conoscere li veri autori di questa trama, ed apporvi un efficace rimedio.
      Queste non sono parole del Margherita, il quale non voleva e non poteva apporre rimedio a niente, ma sono l'eco e la fine di un discorsetto morale che gli fu fatto per indurlo a sottoscrivere la dichiarazione. "Tu non comparisci accusatore tu, ma chi ti ha detto quello che tu riferisci: la colpa è loro non tua, perché essi operano il male, e tu dici la verità. E poi quando sarà provato che sono autori di questa trama quelli che si conoscono, noi vi apporremo un efficace rimedio: sappiamo che la colpa si deve attribuire ai capi, voi altri siete gente ingannata e sedotta: il governo può temere di voi?" Queste ultime parole rimasero profondamente scolpite nell'animo del Margherita, che le disse al Faucitano, e tutti e due dicevano fra loro e ad altri (fra' quali al Catalano); "Vediamo, ricordiamoci chi conosciamo, e nominiamoli: quanti più capezzoni nominiamo e facciamo venire qui, noi più presto usciremo, perché questi salvando sé stessi salveranno noi".


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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