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      Tutto fa, tutto sa, in mezzo a tutto è il Margherita: e intanto la polizia per mezzo di lui non cerca di scoprire questi quattro sicarii, non lo conduce in Avellino per riconoscerli, e si contenta che egli ne descriva solamente le fattezze. Ma dirà alcuno: dunque fu tutto invenzione? Io non so che cosa faceva e che cosa voleva il Giordano; non so se egli avesse avuto qualche delirio febbrile, non so se fosse stato matto, non so se è reo o calunniato; ma so che i miei amici ed io non abbiamo perduto il senno, so che sentiamo troppo di essere uomini, abbiamo dato troppe pruove di virtù per non esser creduti capaci di discendere a tanta degradazione morale, a tanta infamia da volere assassinati sei uomini. Questi feroci delitti non sono nostri.
      6. Avvenuto lo scioglimento della Camera legislativa in febbraio ultimo, da Giordano e Sessa venni a sapere che si stava cospirando onde far propagare la setta degli unitari italiani, e che il comitato presieduto da Agresti e nel quale seguitavano ad appartenere tutti gl'individui di sopra indicati, aveva preso nome di alto consiglio della setta suddetta, ed il signor Agresti qual presidente era in corrispondenza con l'Italia. Mi dissero pure che ogni membro dell'alto consiglio era rivestito di un incarico, per effetto di che Poerio coltivava la corrispondenza della setta nelle tre Calabrie onde farvi istallare i circoli, il deputato Pica per i tre Abruzzi, Giordano per la provincia di Terra di Lavoro ed Avellino, Sessa si corrispondeva con i casali dintorno Napoli.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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