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      Secondamente il procurator generale richiedeva, e la gran corte criminale, con decisione del 19 dicembre 1849, ordinava riunirsi cinque processi dell'unità italiana, e procedersi contro tutti gl'imputati ad un solo giudizio. Or la corte medesima non può contro la legge e contro la stessa sua decisione, tra i più che dugento imputati dipinti nei cinque processi, sceglierne soli quarantadue, e sottoporli ad accusa. Ma giacché li ha sottoposti ad accusa con la decisione del 9 febbraio 1850, ora non può giudicare definitivamente, inappellabilmente, in corte speciale, con esecuzione tra ventiquattr'ore, di questi soli quarantadue, non tenendo conto degli altri per molti dei quali si è ordinato proseguirsi l'istruzione. Adunque se questi cinque processi non sono interamente compiuti per tutti, come si può giudicar su di essi, come possono servire per elementi di pruova?
      Insomma io diceva: "Se la corte vuole essere rigorosamente e legalmente giusta deve dichiarare nullo il processo fatto in castel dell'Ovo: se vuol essere equa deve sospendere il giudizio ed aspettare che si compia l'istruzione per tutti. Così farete un giudizio solo, giudicherete con coscienza sicura, e nessuno avrà che dirvi. Se sopra questi incompiuti processi voi mi condannarete e mi farete mozzare il capo, e dimani proseguendo l'istruzione, nasceranno pruove limpidissime della mia innocenza, come mi restituirete quel fiato divino che Dio mi ha dato e voi mi avete tolto? Ogni uomo troverà ragionevoli queste dimande, ma la corte criminale le ha trovate irragionevoli, ed ha ragionato così:


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Ovo Dio