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      Ella soleva giuocare con l'Amore, e s' innamorò di Antonio e lo amò d'uno dei più possenti e tragici amori che l'umanità ricordi. Tenne testa a rivolte di palazzo, sedò personalmente tumulti di eunuchi, sfidò Cesare e Roma.... e fuggì ad Azio. Non seppe resistere al dubbio periglio in faccia alle galere romane e affrontò serena e volontaria la oscura morte, piuttosto che vivere spogliata del serto dei suoi padri. Tipo complicato, singolare, mobile, diverso, ch'io non esito a definire quello d'una «sentimentale», quantunque non del tutto rispondente all'idea che d'una sentimentale può avere una coscienza del secolo decimonono. Mi pare che in lei il sentimento prevalesse su le sensazioni: per queste, difficilmente si rinunzia alla gloria prima, alla vita poi. Nè la sua lunga fedeltà a Marc'Antonio mi pare indizio di temperamento puramente sensuale. Certo, il fondo della sua psiche è la sincerità.
      Il divino Giulio ne fu ammaliato, piegò innanzi a lei il suo ginocchio di Semidio, l'amò violentemente. Non potè, non volle tornare nell'urbe senza che l'Egiziana ve lo seguisse; e là la condusse e le offerse ospitalità nel suo palazzo su le rive del biondo Tevere, ed ella col piccolo Cesare Tolomeo e col suo seguito, vi dimorò alcun tempo conducendovi una vita semplice, austera, degna d'una matrona romana.
      Bandì il lusso asiatico, dimenticò per quel tempo di essere una Regina d'Oriente, per essere soltanto l'amica di Giulio Cesare. Una bella e sapiente amica che, pari a una greca del secolo d'oro, accoglieva intorno a sè i Savï e i poeti, disputando con loro di cose di bellezza.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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