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      Ebbene, quale più grande tesoro della bellezza, quando essa sia giunta alla sua estrema perfezione? Ed io dirò qui come Giulia Récamier sapesse fare uso della sua divina beltà secondo la legge della perfetta saviezza.
      Sarebbe superfluo ch'io mi mettessi a fare l'elogio dell'esteriore di Giulia Bernard, la piccola borghese di Lione, che andò sposa, non ancora uscita dall'adolescenza, a Giacomo Récamier, maturo banchiere parigino, per il quale ella fu sempre e soltanto una dolce ed affezionata figliuola. Ella, nata nel 1799, morta nel 1849, racchiude nel periodo abbastanza lungo della sua vita, la parte più importante della moderna storia di Francia: e di lei hanno detto i cronisti del suo tempo, e i maggiori artisti l'hanno celebrata con la penna e col pennello.
      Chi ora guardi il suo celebre ritratto del «Louvre» (quello stesso ch'ella offerse, unico refrigerio alla sua vana sete, al principe Augusto di Prussia, e che le fu rimandato alla morte di lui) prova una delle più forti e soavi commozioni estetiche che sia dato provare, e comprende quanto dovesse essere grande l'incanto di quella deliziosa bellezza. Davanti a quella imagine si sente come il bisogno di ripetere, facendovi una variante, un motto celebre, e si esclama mentalmente: «Signora, io vi ringrazio di essere così bella!»
      Ma io voglio ora parlare di quella sua bellezza che tutti non sanno o non vedono, e spero di poter comunicare altrui un'altra commozione, non inferiore alla prima, tanto che si possa sentire salirsi dal cuore alle labra questa seconda esclamazione: «Signora, io vi ringrazio di essere così buona!


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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