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      Ma la sua casa, convegno di tutti i più eletti spiriti di Francia, durante il periodo della ricchezza, lo fu tuttavia anche dopo il tramonto della fortuna: direi anzi che mai come alla Abbaye-Au-Bois, l'ultimo e modesto suo asilo, fu così ricco e così saldo il drappello de' suoi illustri e fedeli amici.
      Gli amici: ecco la vita di Giulia Récamier, di colei che Iddio ornò di così magnifici doni e che pure privò delle più dolci e profonde gioie della esistenza. Pare che un amichevole accordo, forse cagionato dalla grande sproporzione delle età, avesse stabilite tra i coniugi Récamier le relazioni che uniscono un padre ed una figliuola: così che ella non fu moglie, non fu madre, non fu amante, e concentrò tutte le energie effettive della sua giovane anima nelle effusioni dell'amicizia. E la sua amicizia fu ardente ed immutabile, e i tesori di devozione femminile che racchiudeva in sè, li gettò, con regale munificenza, dalle sue belle mani aperte, sul capo de' suoi amici, quanto più sventurati, tanto maggiormente a lei cari: e coloro ch'ella onorò del dolce nome di amici, amò veramente come fratelli, come figliuoli, fino al sacrificio, fino all'eroismo, vincendo ogni ostacolo per soccorrerli, sfidando per essi il pericolo, sempre lieta e sicura, come chi compie un dovere sacro al proprio cuore. Ma tutti i suoi amici furono veramente degni di lei; perchè non solo ebbero essi grande la mente, ma grande il cuore: ed ella ebbe la profonda soddisfazione di non ingannarsi mai nell'accordare il suo affetto, in cui una specie di affinità elettiva compiva la selezione.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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