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      Ma gli è che Giulia Récamier dava altrui, anzi era prodiga di una cosa ch'è la più dolce e la più rara al mondo: un nobile e puro cuore di donna. E quel suo cuore, sereno come la sua bellezza, comunica a noi, solo nel lontano ricordo, un senso di bene ineffabile, ci suggerisce come l'idea di un dolce riposo: sì che noi siamo riconoscenti a quella bella fronte di non essersi contratta mai in una piega di dolore o di sdegno, noi siamo lieti che la superficie piana di quella tenera anima non sia stata commossa mai da correnti maligne e turbatrici.
      Ella sorride, da lungi, a noi nel ricordo, tutta fatta di cose serene: ella è colei che bene ama, che sorride e che consola! Non è vero, oh no! che la poesia della donna, come altri ha detto, stia nel suo essere vinta: oh, «guai ai vinti»: non dimentichiamo l'antico grido del duce barbaro, pieno di così grande sapienza! Un simulacro tolto da un altare, se tramonti la fede che ve lo aveva elevato diventa un miserabile giocattolo, solo degno di riso o di pietà: così della donna, s'ella non sappia cingersi di tenace virtù, s'ella non sappia inspirare altrui la fede nella propria immutabile bellezza interiore.
      Resti dunque ella sempre, coraggiosamente, un poco al di sopra della vita; resti, se è necessario, anche al di fuori della gioia, ma non abbandoni mai, forte che sia la voce che la chiami in basso, il suo plinto elevato. Solo a questo patto ella potrà essere durevolmente adorata, solo a questo patto ella potrà aspirare alla felicità!
     
      LAURA.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





Giulia Récamier