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      Un vecchio amico raccoglie un giorno due rose in un giardino: e dandole una a ciascuno dei due, dice loro graziosamente che il sole non vide mai simile paio di amanti. Nessuno dei due risponde alla «felice eloquenza» del vecchio. O veramente felice e significativo silenzio!
      Un'altra volta guardandola egli fiso, e non volendolo ella, gli pose su gli occhi la bella mano che egli tanto amava e desiderava! Così che per quella volta egli non si dolse di avere perduta la vista del caro volto!
      Altri gesti di Laura che ce la mostrano, a me par chiaramente, rispondente al sentimento del poeta, non sono forse quel suo dubitare dell'amore di lui con finzione strategica di civetteria donnesca? Allora quando viene da lui rassicurata nel dolce sonetto:
      «Infinita bellezza e poca fedenon vedete voi 'l cor negli occhi miei?»
      E il castigo d'acqua ch'ella gl'infligge quando bagnandosi alla chiara fonte, sotto l'ardente raggio del sole, si vede guardata da lui? Non è un castigo da donna che consenta, con l'anima almeno?
      L'ardimento in lui in quel momento era tanto grave, che così lieve e solazzevole castigo dimostra un cuore assai disposto all'indulgenza!
      Più d'una volta messer Francesco si lagna ch'ella non curi i suoi versi ed i suoi canti: ma allora egli è fatto cieco dall'eccessivo timore. È egli possibile che donna non curi la gloria dell'uomo che l'ama?
      L'eterno dubbio che gli rodeva il cuore, lo rendeva perfino poco psicologo! Egli forse ignorò i sentimenti di Laura anche al tempo del massimo onore toccatogli nella sua vita che fu tutta un sorriso di gloria; l'incoronazione in Campidoglio.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





Laura Francesco Laura Campidoglio