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      Ho detto che il Trionfo della Morte è il sottile studio psicologico postumo di Laura nelle sue relazioni col Poeta: e sembrami di avere detto giusto.
      Nel meraviglioso duetto del sogno, che comincia:
      «La notte che seguì l'orribil caso»,
      Laura gli racconta, sollecitata umilmente da lui, l'intimo perchè del suo contegno verso di lui: e non pare veramente superflua, dopo la profonda analisi di quella gentilissima anima, ogni altra indagine su l'ormai svelato mistero? Mi piace incastonare alcune di queste gemme nel cerchio delle mie parole:
     
      «. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . mai divisoDa te non fu 'l mio cor, nè giammai fia:
      Ma temprai la tua fiamma col mio viso.
     
      Perchè a salvar te e me, null'altra viaEra alla nostra giovenetta fama:
      Nè per ferza è però madre men pia.
     
      Quante volte diss'io meco: Questi amaAnzi arde; or si convien ch'a ciò provveggia:
      e mal può provveder chi teme o brama.
     
      Quel di fuor miri, e quel dentro non veggia,
      Questo fu quel che ti rivolse e strinseSpesso, come caval fren che vaneggia.
     
      Più di mille fiate ira dipinseIl volto mio, ch'Amor ardeva il core:
      Ma voglia, in me ragion, giammai non vinse.
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      Allor provvidi d'onesto soccorso.
      Talor ti vidi tali sproni al fiancoCh'io dissi: Qui convien più duro morso.
     
      Così caldo, vermiglio, freddo e bianco,
      Or tristo or lieto in fin qui t'ho conduttoSalvo (ond'io mi rallegro) benchè stanco».
     
      Non è qui tutta Laura?
      Non ha egli veduta chiaramente, dopo la morte della dolce e casta donna, tutta la verità?


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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