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      L'alto intelletto, come una viva face irradiava tutta la sua persona, ma anche questa lampada che custodiva la face, era adorna di squisite grazie. Paolo de Musset, fratello di Alfredo, che ebbe la cattiva idea di scrivere un cattivo libro diffamatorio per Giorgio Sand: «Lui et elle», ei dice che essa era bella: «très-belle, brune, pâle, olivâtre, avec des reflets de bronze, et des yeux enormes, comme une indienne», e ci descrive il bizzarro abbigliamento ch'ella soleva portare in casa, per ricevere gli amici intimi.
      Sopra una camicia da uomo, con alto collo e cravatta nera, ella indossava un ampia e lunga veste aperta a grandi maniche di molle seta gialla, che la seguiva in un lungo strascico come di cometa. I piccolissimi piedi dentro pantofole turche, senza quartiere, e la bella chioma bruna, somigliante alla criniera di cavalla araba (ch'ella doveva un giorno tagliare ed offrire in olocausto ad Alfredo), costretta dentro una reticella spagnola. All'agile fianco, soleva brillarle una fine (e per fortuna sempre innocua) lama di Toledo. Non è in questo fantastico esteriore tutto lo spirito romantico della celebre donna?
      Veniamo dunque al gesto che pone in così cattiva fama, per certuni, Giorgio Sand, cioè al suo abbandono, avvenuto a Venezia, come tutti sanno di de Musset. Di questa storia abbiamo il racconto, appena adombrato da trasparente velo, nel romanzo «Elle et lui». E questo romanzo è nato da impressioni così immediate, è scritto con così caldo accento di sincerità, è fatto con così evidenti segni di arte del ritratto, che è impossibile non sentire in tutte quelle pagine il grido sacro della verità. Si potrà deplorare che uno scrittore voglia fare dell'arte con la sanguinante realtà del suo cuore, voglia chiamare il pubblico allo spettacolo delle sue segrete lagrime: ma, lo ripeto, il grido della verità è alto, innegabile, nelle pagine di «Elle et lui», che non è, per nessuno che lo legga, un'opera d'arte, ma solo un pezzo di vita che manda a noi l'aroma della sua fatale tristezza.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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