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      Attaba e Numenio furono due così eccellenti ladroni, che si dice per proverbio, quando vogliamo significare che due uomini tristi e ribaldi sono insieme, 'Attaba e Numenio': Diogeniano appresso l'Autore degli Adagi.
      Nerone spogliò le provincie, spogliando anco in Roma li templi di quelle cose le quali erano state consecrate dal [25v] popolo nei trionfi: Cornelio Tacito.
      Dionisio siracusano spogliò i sacri templi de li dei e con parole ridicolose moccandosi di quelli; imperoché, sì come è scritto appresso Valerio Massimo, avendo egli spogliato il tempio della dea Proserpina in Locri e avendo bonissimo vento, ridendo disse a gli amici: "Vedete forsi quanto buona navigazione è concessa da li dei a li sacrilegi?". Il medesimo Dionisio, avendo spogliato del pallio d'oro Giove Olimpio e avendo vestito quello d'uno di panno, disse pur burlandosi di Giove che nell'esta' il pallio d'oro era grave e ne l'inverno che egli era freddo; ma che il pallio di panno era più atto e conveniente all'uno e all'altro tempo. Il medesimo levò la barba d'oro a Esculapio dicendo che non si convenea che il figliuolo avesse la barba e il padre fosse sbarbato. Oltre di ciò egli levò de li templi le mense d'oro e d'argento; spogliò ancora le statue delle corone e tazze che teneano in mano. Di questo scelerato oltre gli altri anco ragiona Cicerone nel 3° lib. Della natura de li dei. [26r]Gaio Verre rubò la Sicilia levando via le statue de li dei e gli ornamenti delli templi, per il che Cicerone lo paragona a Dionisio.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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