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      Il quale avendo bevuto, ella adorando la dea disse: "Io ti chiamo in testimonio che io son vissuta dopo la morte di Sinorito mio marito solamente per questo giorno", nel qual cioè ella avea fatta la vendetta del marito con la propria mano: Plutarco nel lib. Delle donne illustri, e nel lib. Della pudicizia delle moglie.
      Ma qual maggiore amore si può ritrovare dell'amore delle donne de' Minii verso i mariti loro? Imperoché essendo stati quelli ricevuti da' Lacedemonii nella sua città, e dopo molti giorni, insoperbiti, avendo essi voluto occupare il regno loro, i Lacedemoni sentenziarono che tutti fossero decapitati, e perciò, pigliati, furono posti in pregione. Ma le moglie dei detti Minii, le quali anco esse erano cittadine, e delle prime [41r] de' Spartani, impetrarono da' Lacedemoni (36) d'entrare nella pregione per causa di parlare ciascuna di esse con i mariti suoi, non pensando quelli inganno alcuno in esse. Le quali entrate nella pregione, avendo date le vesti che aveano a li mariti, pigliarono quelle di essi mariti; per la quale astuzia i mariti, di abito muliebre vestiti, come che fossero stati le donne, uscirono fuori della pregione e acquistarono la salute loro per meggio delle moglie. Di questo è autore Plutarco nel lib. Delle donne illustri, Erodoto in Melpomene e Valerio Massimo nel lib. 4 cap. 6.
      Laonde per questi essempi è manifesto che non solo la moglie ama il marito, ma anco ama più quello che se stessa.
     
     
      Cap. 11
     
      Che le donne belle debbono essere amate e riverite
     
      Con quanto studio abbiano cercati alcuni scrittori di porre le donne in grandissimo odio e sprezzamento agli uomini, di qui chiaramente si può comprendere: imperoché con i loro mordaci scritti talmente [41v] anco la bellezza di quelle, la quale è cosa divina, hanno morsicato, che chi credesse alle loro vane parole senza dubio sarebbe sforzato sprezzare e fuggire sempre quelle.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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