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      Ma, per la Legge canonica, sola la bruttezza del volto impedisce ciascuno a pigliare gli ordini sacri: cap. 2, e ivi la Glossa nella parola Deformitatem; con la qual legge si conforma quello antico costume de' Romani, appresso i quali non era lecito pigliare la vergine la quale avesse in sé macchia alcuna del corpo, sì come, per autorità di Antistio Labeone, scrive A. Gellio lib. 1 cap. 12, e il Fenestella De i magistrati romani cap. 7. Per le cui sentenze San Girolamo riprende quelli padri che consacrano le sue figliuole a Dio, le quali sono brutte; egli, scrivendo A Demetriade vergine, così dice: "Sogliono i miseri padri, e non cristiani di piena fede, le figliuole loro deformi e di qualche membro mutilate overo deboli, perché non possono ritrovar degni generi, dare alla verginità". [54v]Appresso Seneca è anco una legge, nel lib. 4 delle Declamazioni, che il sacerdote sia integro, perciò che quello sacerdote il quale non è integro del corpo quasi come cosa cativa e di mal augurio è da essere schiffato; benché e ivi ancora per un'altra parte sia scritto che tal legge si referisce all'animo integro e non al corpo. Ma che ancora si referisca al corpo lo affermò Dionisio Alicarnaseo nel lib. 1 dell'Antichità romane, dove egli loda Romolo dator delle leggi romane perché fece che i sacerdozii non si dovessero vendere né per le sorti dividere, ma di ciascheduna curia creò due uomini di cinquanta anni nobilissimi e similmente di virtù prestantissimi, né però poveri overo in parte alcuna del corpo viziati overo macolati.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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