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      6.
      Socrate ancora, Dio de' filosofi, sovente nel lib. della Republica di Platone, massimamente nel lib. 5, e similmente esso Platone, della sapienza padre, nelle sue leggi non rimove in tutto le donne dalla amministrazione della republica; anzi vuole non solo i magistrati ma tutte le cose private e publiche sì della pace come anco della guerra esser fatte communi alle donne con gli uomini.
     
     
      Cap. 13
     
      Che la donna di persona grande è da essere avutanel numero delle donne belle
     
      Sono alcuni quali dicono che la grandezza del corpo non appartiene alla bellezza della donna; della qual cosa [64v] si legge un dottissimo epigramma di Catullo in questo modo:
     
      Quinzia par bella a molti, e a me bianca,
      lunga e dirita par, e ch'en ciò siapunto di bello, o alcuna leggiedria
      mai non dirò, ch'in ogni parte manca.
     
      Nondimeno sono più quelli che tengono il contrario, fra quali è Plutarco nella Vita di Agesilao e nel libro Della educazione de li figliuoli, il qual a questo proposito riferisce che gli Efori lacedemoni già punirono in gran quantità di danari Archidamo re loro, il qual avea pigliato una donna picciola per sua moglie, dicendo che egli avea avuto più tosto risguardo di generare e produrre li figliuoli simili alla madre che re; quasi che i figliuoli pigliassero più tosto dalle madri la grandezza e la picciolezza del corpo che dal padre. Il che, dopo Galeno, afferma Alberto Magno nel lib. 10 [65r] cap. 1 e nel lib. 20, cap. 13, De gli animali, e Avicena lib. 3 cap. 21; e prima di loro Aristotele nel lib.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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