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      12, [70r] A li Corinti: "Quelle membra del corpo quale pensiamo essere più ignobili circondiamo di più abondante onore". Si può anco la donna maritata onestamente ornare per questa causa, cioè per piacere al marito e conciliarsi l'amor di quello, acciò che, sprezzata essa sì come brutta, egli non cadesse nel peccato o di fornicazione overo in altro maggiore: e questo credo che sia vero, riferendomi nondimeno a chi meglio intende.
     
     
      Cap. 15
     
      Che le donne non sono meretrici, anzi sono castissime
     
      Scrive Laerzio, nella Vita e costumi de' filosofi, che Secondo filosofo udì dire che ogni donna era meretrice e impudica; e che Adriano imperatore addimandandogli che cosa fosse la donna, scrisse (perciò che egli non voleva parlare) che ella era il vaso dello adulterio. A cui pare accostarsi Alesside appresso Giovanni [70v] Stobeo nel Sermone 71, dicendo che non è animale più sfacciato della donna. Né molto da questi mordaci scrittori par discostarsi Menandro poeta dicendo, come si legge nel sudetto Sermone, che la donna è di natura sfrenata. Ma più chiaramente il medesimo Alesside nel sudetto luoco par significare, dicendo che non è muraglia, non è pecunia overo altra cosa tanto difficil da servare quanto è la donna. A cui accostandosi Euripide disse, appresso il sudetto Giovanni Stobeo nel Sermone 72, che in vano s'affaticchiamo volendo custodire la donna, essendo cioè la donna di natura, come dice Ippocrate nel detto Sermone 72, libidinosa. Per le qual cose forsi Giovanni Boccacio ha detto nel suo Laberinto cose di questa materia tanto nefande contra l'onestà donnesca che nessuno che ami la verità già mai le potrà leggere né udire se non con grandissimo stomaco e dispiacere.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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