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      62.
      Ma quanto fosse ribaldo Proclo imperatore quindi si vede, perché egli si gloriava che in quindeci giorni egli avea tolto la verginità a cento vergini di Sarmazia, le quali erano state prese da lui nella guerra: Flavio Vopisco e M. Antonio Sabellico ne gli Essempi.
      Non minore scelerato di costui fu Eliogabalo imperatore, impercioché egli avea numero infinito di ruffiani e de giovini de inonestissima vita: di questo è autore Lampridio.
      Ma chi potrà mai con buon stomaco leggere la vita di Augusto imperatore? Imperoché il ribaldone solea stare fra dodeci putte e altri tanti putti inonestamente; similmente, sprezzata la moglie Scribonia, amò Livia, e essendo egli di grandissima lussuria coperto, nondimeno severamente castigava quelli che fossero stati di tal vizio notati: Sesto Aurelio. [82r].
      Tiberio Cesare, come scrive Tranquillo, non fu manco scelerato de gli altri sudetti imperatori, perciò che egli fece cose tanto inoneste e impudiche che vergogna troppo grande sarebbe scriverle.
      Domiziano parimente non vuolse essere da manco delli altri scelerati imperatori, perché egli del continuo essercitò la libidine, alle volte nuotò fra le meretrici né si vergognò, il traditore, sforzare la figliuola del fratello: Svetonio e Giovinale Satira 2.
      Aristotele, che tien il nome del primo filosofo, fu sì fattamente immerso nella libidine che a una meretrice egli faceva sacrificio sì come a uno idolo: di questo è autore il Mirandola nelle Annotazioni sopra i suoi Inni.
      Ercole parimente di tal vicio è stato molto notato da li scrittori, perché dice Giovanni Francesco Mirandola e Teodorito Cirenense che egli in una sola notte sforzò cin[82v]quanta vergini.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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