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      Plutarco, nel lib. Della faccia che appare nel tondo della luna, cita un certo Fenace, il quale temea che la luna non cascasse in terra, e che avea [96v] compassione a quelli che erano sotto quella, sì come sono gli Etiopi e li Taprobani; questo medesimo egli temea della terra e del cielo, s'egli non fosse stato sostenuto dalle colonne di Atlante. Di tal cosa anco si legge appresso Donato nella comedia di Terenzio 3, nell'atto 4, scena 3, sopra quel detto di Terenzio "Quid si nunc coelum ruat?".
     
     
      Cap. 18
     
      Che le donne non sono capo di tutti i mali
     
      Seneca, nella tragedia intitolata Ippolito, dice che la donna è capo di tutti i mali e di tutte le sceleranze: la qual sentenza non credo che sia in modo alcuno vera né si possi difendere con ragione alcuna, inperoché di quanti mali e sceleranze gli uomini siano stati autori e origine si vede neli scrittori di fede degni, e anco di quanti beni e di [97r] quante cose degne e belle siano state le donne origine e principio parimente è manifesto. Imperoché il principio della idolatria, per cominciare da tal nefandissimo peccato, non ebbe egli origine da gli uomini, cioè da Nembrotto? Croniche lib. 1 e Clemente lib. 1 delle Recognizione. E l'arte magica non fu ritrovata da Zeroaste? Croniche lib. 2 e Antonina, parte 2, titolo 12, cap. 1, § 3. Similmente il primo omicidio non ebbe origine da Caino uccidendo il fratello? Genesi cap. 4. Le febri e l'altre infermità non furono mandate (come dicono i poeti) in terra da li dei per causa del furto di Prometeo?


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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