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      Ma, per ritornare a Socrate, Plutarco, nel lib. Del repprimere l'iracondia, dice che Socrate, avendo per sorte condotto seco a mangiare Eutidemo che ritornava dalla palestra, Santippe, essendosi levata su irata e avendo detta molte villanie al marito, e finalmente avendo tratta sottosopra la mensa, e Eutidemo irato levandosi e avendo [122r] cominciato partirsi, Socrate li disse: "Ma poco fa non è accaduto in casa tua che una gallina, volando su la mensa, ha fatto il medesimo, noi però non si adirassimo?" Per il che non bisogna resistere alla moglie con le botte, ma con amorevolezza, sì come dice Ovidio, lib. 3 delle Elegie, prima per le cause sudette, poi massimamente per questa, perché, essendo la moglie battutta dal marito, l'amor congiogale si convertisce in odio immortale, di modo che la moglie tanto s'incrudelisce verso il marito che spesse volte procura la morte di quello.
      Finalmente, acciò che io conchiuda, le moglie non sono da essere corrette con bastonate, ma con piacevolezza e con parole maritali, acciò che io usi le parole del Giurisconsulto nella L‹egge› ult‹ima›, ff., Si quis aliq‹uem› testa‹ri› prohi‹bet›. Imperoché, come dice Bernardo Silvestre, quale molti istimano San Bernardo, in quella Pistola, la quale egli scrisse a un certo Raimondo Delle cose famigliari, la mala moglie più tosto col riso che col [122v] bastone è da essere castigata. E Plutarco, nei Precetti congiogali, dice che gli antichi collocavano Mercurio appresso Venere perché il piacere matrimoniale par avere molto di bisogno di ragione e di parlar facondo e dotto, per causa cioè di componere i litigii e l'ire che per qualche accidente nascono fra il marito e la moglie.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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