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      Ma non è propriamente la storia d'Italia che noi abbiamo proposto di scrivere, bensì quella delle repubbliche italiane. L'oppressione ed il guasto d'una sventurata provincia, ove più non rimane alcuno spirito nazionale, alcun vigore, alcun sentimento virtuoso e sublime, può ben formare un quadro da presentarsi utilmente allo sguardo degli uomini, onde far loro conoscere le funeste conseguenze di un governo corruttore; ma non può essere il soggetto d'una perfetta storia. La ripetizione degli stessi atti di crudeltà e di bassezza affatica lo spirito, rattrista il cuore del lettore, ed avvilisce il carattere di quell'uomo che ne facesse troppo lungo argomento de' suoi studi. Non è già la storia de' paesi che noi amiamo di conoscere, ma quella delle popolazioni; e questa non incomincia che collo sviluppo di quel principio di attività che le costituisce nazioni. La storia dell'Italia sotto la dominazione dei barbari è piuttosto quella delle nazioni conquistatrici, che quella dei popoli sottomessiL'Italia rinvigorita dall'unione del suo popolo coi popoli settentrionali, scossa da una scintilla di quella libertà che più non conosceva, resa energica dalla dura educazione della barbarie e della sventura; l'Italia, dopo essere stata lungo tempo una debole e mal difesa provincia dell'impero romano, diventò, non già una nazione, ma un semenzajo di nazioni. Ogni sua città fu un popolo libero e repubblicano; ed ogni città del Piemonte, della Lombardia, della Venezia, della Romagna, della Toscana meriterebbe una storia parziale; ed ognuna in fatti può presentare una biblioteca di cronache e di scritture nazionali.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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