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      Dopo avere assoggettata la Chiesa Romana a molti tributi, erasi riconciliato, ed era stato adottato da Papa Stefano V. Oltre la rivalità di potenza, Berengario e Guido avevano altro particolar motivo di vicendevole odio. Guido poc'anni prima era stato per ordine di Carlo il Grosso messo al bando dell'Impero(38), e Berengario aveva accettato il non agevole incarico di muovergli guerra, e spogliarlo de' suoi stati(39). Questi due principi, pari in potenza, aspirarono al regno d'Italia tostochè l'impero di Carlo Magno s'andava dividendo fra diversi padroni. Imperciocchè lo stesso anno che Arnolfo, bastardo della razza Carlovingia, impadronivasi della Germania, Luigi, figliuolo di Bosone, faceva lo stesso del regno d'Arles; Rodolfo, figlio di Corrado, dell'alta Borgogna, ed Eude, conte di Parigi, della Francia occidentale.
      Siccome tutti i principi d'Europa risguardavansi allora quali principi francesi, tutte le guerre prodotte da questo smembramento assunsero il carattere di guerre civili; guerre promosse dalla sola ambizione de' grandi, cui il popolo non prende veruno interesse. Di qui ebbe origine, in mezzo ad una nazione valorosa, la strana debolezza della monarchia, e quella dissoluzione sociale che doveva alla fine ridurre tutte le città a provvedere alla propria difesa ed a governarsi da loro.
      (888=894) Intanto Berengario e Guido andavano sollecitando l'assemblea degli stati, o più tosto i vescovi d'Italia, a dar loro la corona. Questi due principi, a vicenda vincitori e vinti, comperarono, allorchè ebbe luogo qualche rivoluzione, i voti degli elettori con novelle concessioni; e si videro spogliare la corona di tutti i suoi privilegi, senz'aver perciò ottenuto il sicuro appoggio dei loro partigiani.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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