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      Niun ostacolo s'oppose alla sua marcia. Dopo essere stato di nuovo incoronato a Pavia, ricevette in Roma la corona dell'impero dalle mani di Papa Giovanni XII; e con un lungo assedio prese in fine la fortezza di s. Leo al conte di Montefeltero, ove fece suoi prigionieri Berengario e sua moglie, che mandò a Bamberga, ove quest'illustri esiliati terminarono i loro giorni. Costrinse il loro figlio Adelberto a rifuggirsi presso i Greci, e consumò la riunione dell'Italia all'impero germanico.
      Veruna rivoluzione non ebbe mai una più notabile influenza sul carattere d'una nazione, sulla sua costituzione, e sui futuri destini, quanto l'unione delle due corone di Germania e di Lombardia n'ebbe su gl'Italiani. Se i monumenti storici del decimo e dell'undecimo secolo bastassero per ordire da quest'epoca l'istoria delle città italiane, è dal regno degli Ottoni che io vi avrei dato cominciamento: imperciocchè le città riconobbero dalla munificenza e dalla politica di questi principi la loro costituzione municipale, ed i primi germi dello spirito repubblicano. Fu l'allontanamento della corte sovrana che gli abituò all'indipendenza; e finalmente, dopo spenta la famiglia degli Ottoni, le guerre tra i principi che aspiravano alla corona addestrarono le città alle armi, dando loro facoltà di combattere sotto le proprie insegne. Forzati dall'aridità degli storici che ne servono di guida, a lasciare tra l'ombre questi tempi troppo imperfettamente conosciuti, proseguiremo ne' susseguenti capitoli ad indicare solamente l'influenza delle grandi rivoluzioni della monarchia sulla costituzione nazionale, ed i costumi del popolo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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