Pagina (64/281)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Per le nazioni incivilite e corrotte, la perdita dello spirito pubblico è una specie di morte nazionale, riducendo gli uomini a quello stato di avvilimento in cui i Greci ed i Romani si trovarono sotto gli ultimi imperatori. Ma in una nazione ancora piena d'energia, e dove un principio di vita anima tutto, quando s'estingue lo spirito pubblico, diventa maggiore il vigor individuale, che conserva ancora la dignità dell'umana natura in mezzo alle sventure dello stato. Nello stesso tempo in cui venti Saraceni osarono fondare una colonia nemica a Frassineto, posto nel centro dell'impero di Carlo Magno, i baroni che lo circondavano erano bravi soldati, e tutta la sua nazione bellicosissima. Ma l'abbassamento dello spirito pubblico, la disunione di tutti i membri dell'impero, le guerre civili, o a meglio dire private tra i signori dei castelli, infine la diffidenza e la gelosia di ogni villaggio per il villaggio vicino, rendevano la nazione incapace di far resistenza ai nemici. Il disordine era cresciuto a segno che i paesani non ardivano uscire dalle loro muraglie per seminare i campi, le raccolte venivano distrutte o portate via dai nemici, le strade rese impraticabili dal ladroneccio.
      Nel sesto secolo tutti gli ordini della nazione, separatamente considerati, erano scontenti del legame che gli univa. Allorchè un principe ambizioso occupava il trono, aveva costume di dividere tra i suoi favoriti i grandi feudi, come fossero impieghi civili, lo che gravemente offendeva i principali signori: le città forzate di difendersi da sè medesime contro le incursioni de' barbari, circondaronsi di mura, addestrarono le loro milizie, e terminarono col disprezzare un governo incapace di proteggerle: i gentiluomini, stanchi d'un servizio rovinoso, paventavano i messaggieri del re, che non chiamavanli che a fazioni militari senza gloria, ed a diete senza libertà: per ultimo i paesani, oppressi dai loro signori e tormentati dalle rapine delle guerre private, rifiutavano una patria che non gli aveva in conto di cittadini.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





Greci Romani Saraceni Frassineto Carlo Magno