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      All'avvicinarsi delle truppe tedesche Crescenzio erasi ritirato nella mole d'Adriano; onde Gregorio che non voleva incominciare il papato con atti di rigore, s'interpose per fare la pace tra l'imperatore ed il console. Ottone partì ben tosto per tornare in Germania, ed il nuovo pontefice, orgoglioso di una dignità più assai rispettata nella sua patria che a Roma, degl'illustri suoi natali e del favore d'Ottone, di cui risguardavasi come il luogotenente, volle farsi superiore alle leggi ed ai privilegi del popolo. Conobbe Crescenzio a' quali pericoli sarebbe esposta la libertà romana se gl'imperatori, non contenti di visitare la città colle armate tedesche, s'avvezzavano a lasciarvi pontefici della propria famiglia, ed interamente attaccati a' loro interessi. Gl'imperatori greci, più per debolezza, che per un sentimento di dovere, avevano maggior rispetto per i privilegi dei popoli. Le repubbliche di Venezia(188), di Napoli, d'Amalfi fiorivano sotto la loro protezione. Questi sovrani nè mai viaggiavano, nè mai cercavano d'innovare l'amministrazione delle province lontane; ed invece di favorire le usurpazioni del sacerdozio, non avrebbero verisimilmente permesso ai papi di arrogarsi maggiori poteri, che non ne accordavano ai patriarchi di Costantinopoli. Perciò credette Crescenzio che, sottomettendo nuovamente Roma all'impero orientale, assicurerebbe alla repubblica i sussidj pecuniarj, e la libererebbe ad un tempo dalla artificiosa ambizione de' papi e dall'alterigia e dalle violenze de' monarchi sassoni.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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