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      Enrico non si trovò abbastanza forte per resistere a questo torrente, e del 1097 si ritirò in Germania.
      Dopo tal epoca, ad altro omai non pensò Enrico che a rendere la pace alla Chiesa ed all'impero. Benchè inseguito dalle scomuniche papali, mostrò di non curarsi delle ingiurie de' pontefici; anzi pareva inclinato a spogliarsi della corona in favore del figliuolo Enrico V, sperando che più facilmente potessero trattar d'accordo due antagonisti non ancora esacerbati da lunga discordia(230). L'inesecuzione di tale progetto offese l'ambizione del giovane principe, il quale riscaldato dagli emissarj di Pasquale II, che, valendosi dell'ardente suo desiderio di regno, seppero rappresentargli la fellonìa che stava per commettere, come un'azione santa e gloriosa, si fece ribelle. Narrando questi tragici avvenimenti mi atterrò all'autorità del Sigonio istorico affezionato alla santa sede(231).
      (1106) Doveva il giorno di Natale del 1106 riunirsi in Magonza la dieta, la quale, per esservisi condotti tutti i fautori del giovane Enrico, fu più numerosa assai delle precedenti. Il giovane Enrico consigliò il re suo padre a non porsi in balìa di persone di dubbia fede; onde l'imperatore che sinceri credeva i consigli dello sleale figliuolo, si ritirò nel castello d'Ingelheim. Colà gli si presentarono un giorno gli arcivescovi di Magonza, di Colonia e di Worms, intimandogli, a nome della dieta, di mandare le decorazioni imperiali, la corona, l'anello ed il manto di porpora, onde rivestirne il di lui figliuolo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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