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      Avevano in oltre conquistata la Spagna sui Visigoti; e quello spirito religioso e militare che incominciava a raffreddarsi nell'Arabia e nella Siria, infiammava sempre i Musulmani alle frontiere del loro impero, e li(272) spingeva a nuove imprese. Da che i Saraceni ebbero posto piede in Sicilia, acquistarono un'assoluta preponderanza sulle truppe dell'imperatore Michele che allora regnava a Costantinopoli, e su quella di Teofilo, suo figlio e successore. Dell'831 fu ucciso in battaglia il patrizio Teodoto, e presa dagli Arabi Messina, i quali nel susseguente anno, impadronitisi di Palermo, incominciarono ad infestare colle loro piraterie le coste d'Italia: pure, finchè visse Sicardo, non venne lor fatto di occupare veruna terra nelle sue province.
      Sicardo ci viene rappresentato qual uomo che a molta bravura accoppiò moltissimi vizj che lo resero odioso a' suoi sudditi. Egli fu il primo de' principi lombardi, che obbligò la città d'Amalfi a riconoscerlo suo signore. Solo motivo della guerra tra i Lombardi e gli Amalfitani furono le reliquie di santa Trifomene, patrona d'Amalfi. Benchè le dissolutezze, la crudeltà, i sacrilegi di Sicardo potessero difficilmente associarsi a tanto zelo religioso, egli cercava ad ogni modo di radunar reliquie per ornare la cattedrale di Benevento, e come aveva già costretti i Napoletani a cedergli quelle di s. Gennaro, e rubate quelle di s. Bartolomeo alle isole di Lipari, così mosse guerra agli Amalfitani per quelle di s. Trifomene. La piccola repubblica d'Amalfi, ancora dipendente da Napoli, era allora divisa da fazioni che l'avevano in modo snervata, da non poter opporsi vigorosamente alle armi di Sicardo; il quale, essendosene impadronito, dopo avere spogliato il santuario delle casse che formavano l'argomento de' suoi ambiziosi desiderj, forzò tutti gli abitanti a seguirlo a Salerno, dove volendoli stabilmente unire al suo popolo, fece che contraessero matrimonio co' suoi sudditi, e gli ammise a partecipare di tutti i diritti de' Lombardi(273).


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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