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      L'insulto fatto dai Saraceni a Salerno offese i quaranta cavalieri normanni, i quali, avendo da Guaimaro III, allora principe di quello stato, ottenuto armi e cavalli, si fecero aprire le porte, e caricarono que' pirati così valorosamente, che ne ruppero tosto le file. I Salernitani, colpiti dalla bravura de' guerrieri normanni, ne imitarono l'esempio, ed in breve la campagna si vide coperta dei cadaveri de' Musulmani, salvandosi gli altri a precipizio sulle loro navi(297).
      Guaimaro ricompensò largamente i valorosi stranieri che lo avevano difeso e condotti i suoi sudditi alla vittoria; e desiderando di approfittare della loro bravura, nulla trascurò di quanto poteva allettarli a rimanere alla sua corte. Ma vedendo che volevano ad ogni modo ripatriare, li pregò a voler almeno mandare in loro vece altri guerrieri della loro nazione a cogliere sugl'infedeli i frutti del proprio valore.
      Le offerte del principe di Salerno accompagnate dalla vaghezza degli aranci e degli altri ricchi frutti di quel clima beato(298), il racconto di quanto era accaduto ai quaranta guerrieri, e la facilità della vittoria, riscaldarono la fantasia della gioventù normanna. Un cavaliere, per nome Drengot, trovandosi, a cagione d'una lite con un suo rivale, disgustato del soggiorno della sua patria, risolvette di trasferirsi con tutta la sua famiglia in questa terra così favorita dal cielo. Gli si associarono quattro suoi fratelli coi loro figli e nipoti, e pochi altri concittadini; di modo che quando giunsero questi pellegrini al monte Gargano, termine apparente del loro viaggio, trovaronsi in numero di cento.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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