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      Infeudando ai Normanni le province già possedute dai Greci e dai Lombardi, il papa se ne attribuiva la proprietà, comecchè niun diritto potesse allegare su le medesime, o formarne la più remota pretensione. Pure i Normanni chiesero tale investitura, perchè così credevano di sanzionare in faccia ai popoli superstiziosi i diritti meno sacri della forza e della conquista; ma infiniti vantaggi derivarono da questo trattato alla Chiesa; poichè dopo questa fatale investitura, il regno di Napoli rimase feudo di s. Pietro, non con altro fondamento che di un dono strappato colla forza ad un prete, che non sapeva pur egli d'avere alcun diritto sopra ciò che donava.
      I Normanni approfittarono della vittoria per estendere il loro dominio a tutte le province comprese nell'infeudazione del papa. Unfredo soggiogò la Puglia: Roberto Guiscardo con pochi compagni andò in Calabria, ove fortificatosi nel castello di san Marco, faceva frequenti scorrerie nel territorio greco, più degne di un assassino, che di un conquistatore. Gli abitanti avevano abbandonati tutti i vicini villaggi; ed il maestro di casa di Guiscardo gli dava talvolta avviso che mancavano le provvisioni per l'indomani, nè aveva danaro per comperarne, e che, quand'anche ne avesse, non troverebbe a molte leghe di distanza chi gli vendesse alcuna cosa. Allora Guiscardo usciva dal suo forte, alcuna volta coi Normanni, altre volte con degli Schiavoni banditi ch'erano a lui accorsi da ogni banda, ed andava a saccheggiare i più lontani villaggi(316).


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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