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      Ma questo rispettabile magistrato, che già da trentadue anni governava la sua patria, rappresentò invano ai Pisani riuniti a Parlamento su la pubblica piazza, che l'ultima delle repubbliche che ancora sostiene la causa della libertà nel mezzogiorno d'Italia era vicina a succumbere; che Ruggiero, il quale aveva preso il titolo di re, non tarderebbe di attentare alla libertà di tutta l'Italia(339); che l'interesse dell'indipendenza e della comune salvezza trovavasi unito a quello della religione e della Chiesa: ma i Pisani, spossati da una lunga guerra coi Genovesi e dalla rotta avuta alla Fratta, ricusarono di sostenere essi soli il peso d'una guerra cui erano stranieri. Roberto volle fare altre pratiche; e recatosi in Germania implorò a nome d'Innocenzo II, della repubblica di Napoli e de' baroni normanni oppressi da Ruggiero, i soccorsi dell'imperatore; mentre Sergio tornò a Napoli ad annunciare a' suoi concittadini, che omai non dovevano sperare d'essere liberati che dal proprio valore.
      Le pratiche di Roberto presso l'imperatore Lotario furono più felici che non credeva. Il celebre abbate di Chiaravalle s. Bernardo che aveva abbracciato il partito d'Innocenzo II, mal soffriva di vedere Anacleto pacificamente in Roma; e perchè Ruggiero era il solo sovrano che lo proteggeva, scrisse a Lotario caldissime lettere per animarlo a punire il siciliano protettore del pontefice scismatico(340). L'imperatore cedette alle istanze del santo, e prima che terminasse l'inverno s'incamminò alla volta d'Italia; ma siccome doveva fermarsi in ogni provincia per riformarne l'amministrazione e ricuperare i diritti dell'impero, Roberto lo prevenne, e, recatosi a Pisa, equipaggiò col soccorso de' Pisani cinque navi ch'ebbe la fortuna di condurre cariche di viveri nel porto di Napoli, sfuggendo alla vigilanza delle galere reali, che lo tenevano strettamente bloccato.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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