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      A quest'epoca la sola città aveva cinquanta mila abitanti; e Brencman assicura che quand'egli v'andò in principio del secolo decimottavo ne contava appena mille(345). Oggi ne ha sei in otto mila. Questa repubblica ebbe banchi di commercio in tutti i porti della Sicilia, dell'Egitto, della Siria, della Grecia, i quali furono tutti abbandonati, tosto che verso il 1350 i re di Napoli abolirono le forme repubblicane dell'interna sua amministrazione. Non pertanto due uomini nati in Amalfi illustrarono ancora questa città dopo perduta l'antica sua potenza; cioè Flavio Gioja che del 1320 inventò, o perfezionò la bussola, e Masagnello celebre capo della sedizione di Napoli l'anno 1647. Questo pescivendolo, giunto senza educazione al governo di un potente stato, si mostrò ancora superiore all'elevato rango in cui lo aveva posto l'azzardo, e meritò d'essere risguardato come padre di un popolo di cui aveva saputo calmare i furori.
      La repubblica di Napoli non godette a lungo del suo trionfo sul re di Sicilia a cagione della discordia che si manifestò tra i suoi confederati nella presa di Salerno. Sdegnaronsi i Pisani che l'imperatore, senza il consentimento loro, segnasse la capitolazione di quella città, alla cui resa aveva contribuito la loro flotta quanto, o più dell'armata imperiale. Dal canto suo Innocenzo pretendeva, non si sa con quale fondamento, che Salerno fosse di spettanza della santa sede. Questa doppia contesa consigliò la ritirata de' confederati: i Pisani fecero vela per la Toscana, Corrado si mosse alla volta della Germania, ed il papa si stabilì in Roma.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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