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      Questi grandi avvenimenti fissavano soli la loro attenzione, e mancando a quest'epoca le città di storici, ci è forza di raccogliere con avidità la sterile e faticosa narrazione del giovane Landolfo(437), scrittore milanese, gli è vero e contemporaneo, ma che invece di scrivere la storia della sua patria, ne dà quelle delle vessazioni da lui sofferte pel godimento d'un miserabile beneficio, delle dispute cogli eretici nicolaiti e de' fastidiosi intrighi del clero milanese. I nostri lettori ci sapranno buon grado d'aver abbandonata così nojosa guida, per trasportarli d'un salto fino al secolo XII, ad un tempo in cui gli autori contemporanei incominciando ad essere meno sterili, potremo noi medesimi scrivere la storia, invece d'essere costretti a scorrerla sommariamente.
      Ma prima di procedere più avanti fermiamoci un istante ad osservare lo spazio già percorso. La rivoluzione creatrice di nuove nazioni e di uomini nuovi era compiuta. Come la terra, riscaldata dopo il diluvio dai raggi del sole, s'agitava per un ignoto principio di vita fino nelle profonde sue viscere(438): così gl'Italiani posti in movimento, ed animati dai primi successi, sorgevano dall'inerzia; e l'intera nazione, lasciata l'antica rozzezza, s'ingentiliva col commercio, colle arti, colle liberali istituzioni d'ogni maniera e con una forma di governo più conforme al presente suo stato. Perduti in mezzo ad un ammasso di fatti troppo imperfettamente conosciuti, abbiam forse lasciato sfuggire quello spirito intollerante d'ogni freno che animava la massa della popolazione, quando ogni marchese, ogni prelato, facendosi giudice del proprio principe, pesava al tribunale della propria coscienza i diritti dell'Impero e della Chiesa, e si determinava per il partito de' papi o de' Cesari; quando ogni gentiluomo, ogni cavaliere, disprezzando una subalterna esistenza, cercava nelle sue fortezze, ne' suoi vassalli, nel proprio coraggio una sicurezza di cui si sdegnava di andar debitore ai superiori o alle leggi: quando ogni città, fidata alle sole sue forze, al reciproco sussidio, bastava a sè medesima, e sfidava il rimanente dell'universo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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