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      (1120-1127) Negli otto anni susseguenti dal 1120 al 1127, i Milanesi rinnovarono ogni estate le ostilità loro contro i Comaschi, ma sempre meno vigorosamente. Spedivano soccorsi ai villaggi che avevano fatti ribellare a Como, e la guerra omai non si faceva che sulle rive dei laghi Maggiore, di Lugano e di Como, ov'eran posti i paesi ribelli. I Comaschi furono lungo tempo vittoriosi, castigarono sul proprio lago gli abitanti d'Isola e di Menaggio, ed equipaggiarono una flotta su quello di Lugano per contenere le popolazioni ancora fedeli, e far rientrare nell'ubbidienza loro i sollevati. E perchè i nemici dominavano il fiume Tresa, per cui il lago di Lugano comunica con il lago Maggiore, trasportarono le navi della flotta coi carri da uno all'altro lago, benchè distanti otto miglia; ed avendo di buon mattino lanciate in acqua le loro barche, corsero trionfanti le coste del Verbano, rassicurando i loro alleati, e saccheggiando i sorpresi nemici.
      (1125) La perdita del vescovo Guido, che fu l'anima di tutte le loro intraprese, accaduta del 1125, riuscì oltremodo dannosa ai Comaschi. Una così lunga guerra gli aveva impoveriti di gente e di danaro: ogni anno parte del raccolto era stato distrutto, molti paesi eransi sottratti al loro dominio, e le stesse vittorie avevano distrutti i più valorosi guerrieri. Ma la campagna del 1126 riuscì loro costantemente svantaggiosa, onde i Milanesi poterono accorgersi che, raddoppiando i loro sforzi, otterrebbero nel susseguente anno intera vittoria.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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