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      Ottone di Frisinga ci conservò una delle lettere del senato e del popolo romano all'imperatore Corrado. «Se fedeli figliuoli, gli scrivono, possono permettersi di giudicare le azioni del loro signore e padre, siamo sorpresi che l'eccellenza vostra non rispondesse alle lettere colle quali le davamo parte del nostro operato, che dalla nostra fedeltà è sempre diretto all'onor vostro. Il senato fu colla grazia di Dio ristabilito; col vigor del quale e del popolo romano, Costantino e Giustiniano ressero gloriosamente tutto l'Impero, onde noi facciamo ogni sforzo e desideriamo che voi possiate fare altrettanto, e ricuperiate tutti gli onori che vi appartengono, e furonvi rapiti.... Noi abbiamo posti i fondamenti di questo nuovo ordine di cose, perchè manteniamo la pace e la giustizia a vantaggio di tutti quelli che l'amano: ci siamo impadroniti delle torri, delle fortezze e delle case di que' signori che di concerto col Siciliano e col papa si dispongono a resistere al vostro impero; alcune le conserviamo fedelmente in vostro nome, altre furono spianate. La vostra prudenza rammenti tutti i torti che la corte dei papi ed i signori di cui parliamo, fecero ai vostri predecessori. Le stesse persone collegate col Siciliano stanno preparandovene di ancora più grandi.....»46.
      Corrado che non ignorava nascondersi sotto quest'apparente sommissione lo spirito d'indipendenza, non trovò opportuno di prender parte in questa lite, non riscontrando il senato, onde non disgustare il papa che in pari tempo erasi a lui diretto.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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