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      L'imperatore ritornò a Pavia la domenica delle palme151.
     
     
     
      CAPITOLO X.
     
      Oppressione dell'Italia. - Lega lombarda. - Sua resistenza all'Imperatore. - Fondazione di Alessandria.
     
      1162=1168.
     
      LA vittoria ottenuta da Federico contro la prima città d'Italia e la punizione inflittale, si celebrarono dai partigiani dell'Impero come un nobile e glorioso trionfo, come un luminoso atto di giustizia di un grande monarca: i deputati delle Provincie, i vescovi, i conti, i marchesi, i podestà, i consoli delle città s'affrettarono di recarsi a Pavia per felicitare l'imperatore di così glorioso avvenimento; e quando si presentò loro coll'imperatrice ornato dell'imperiale diadema, ch'egli aveva giurato di non portare finchè non avesse soggiogati i Milanesi, fu accolto coi più caldi applausi152. I Bresciani ed i Piacentini, che vedevano nella perdita di Milano la total rovina della libertà, cercarono, sottomettendosi alle più odiose condizioni, di calmare la collera di Federico. Essi atterrarono le torri e le muraglie delle loro città, ne colmarono le fosse, pagarono enormi tributi, e ricevettero il podestà mandatogli dall'imperatore. Tutto piegava innanzi a lui, ed universale era il terrore; sicchè poteva omai lusingarsi d'aver assicurato il suo trono contro qualunque avvenimento. Ma il potere fondato sul terrore non è stabile, finchè la nazione non sia compiutamente avvilita: e quantunque in que' primi istanti estremo fosse il terrore, il carattere lombardo non aveva ancora perduta tutta la sua elasticità; e se piegò alcun tempo sotto l'oppressione, non fu che per rialzarsi con maggior forza.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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